Le origini del caffè: Etiopia, leggende e primi usi
Il viaggio del caffè inizia nel cuore dell’Africa, precisamente in Etiopia, dove secondo la leggenda fu scoperto da un pastore di nome Kaldi. Si racconta che Kaldi notò come le sue capre diventassero particolarmente vivaci dopo aver mangiato delle bacche rosse da un arbusto sconosciuto. Curioso, portò questi frutti a un monastero, dove i monaci ne prepararono un infuso e scoprirono che li aiutava a restare svegli durante le preghiere notturne.
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Dal mito alla realtà, le prime tracce documentate dell’uso del caffè risalgono al X secolo, menzionate negli scritti del medico persiano al-Razi. Tuttavia, è nel XV secolo che il caffè diventa una bevanda consolidata, utilizzata dai Sufi dello Yemen per favorire la concentrazione e la veglia durante la meditazione.
La diffusione del caffè nel mondo arabo
Il caffè arrivò a Mecca nel XV secolo e ben presto si diffuse in tutto il mondo islamico, diventando una bevanda sociale e spirituale. In città come Medina, Il Cairo, Damasco e Costantinopoli, sorsero le prime caffetterie, chiamate qahveh khaneh. Questi luoghi d’incontro erano centri di scambio culturale, discussione politica e attività intellettuale.
Ma la diffusione del caffè non fu priva di controversie. Nel 1511, le autorità religiose di Mecca ne vietarono il consumo, temendo che stimolasse comportamenti irriverenti. Tuttavia, il bando fu revocato nel 1524 per ordine del Sultano ottomano Solimano il Magnifico, su consiglio del Gran Muftì, che ne riconobbe i benefici.
Da Mocha a Berbera: il ruolo del commercio somalo ed etiope
Molto prima che il caffè raggiungesse l’Europa, veniva esportato dal porto yemenita di Mocha (da cui prende il nome la famosa varietà), ma la gran parte dei chicchi proveniva dall’interno dell’Etiopia, in particolare dalle regioni di Harar e Kaffa. Il commercio era gestito in larga parte da mercanti somali, che operavano dai porti di Berbera e Zeila.
Nel XIX secolo, con la crescente influenza britannica nella regione, Aden prese il posto di Mocha come snodo principale per l’esportazione di caffè verso l’India e l’Europa.
Il caffè arriva in Europa
Il caffè sbarcò in Europa nel XVI secolo, inizialmente attraverso i porti italiani, in particolare Venezia, grazie ai rapporti commerciali con l’Impero Ottomano. La nuova bevanda incuriosì e conquistò rapidamente le élite culturali.
Nel XVII secolo, iniziarono a comparire le prime caffetterie in Inghilterra, Francia, Germania e Paesi Bassi. A Londra, il primo coffee house aprì nel 1652 e fu definito “la bevanda amara dell’Islam”, ma guadagnò presto popolarità. In Italia, la tradizione delle caffetterie veneziane contribuì allo sviluppo di una vera e propria cultura del caffè.
Coltivazioni globali: Dal Nuovo Mondo al Dominio Brasiliano
Nel 1720, il caffè venne introdotto nei Caraibi, in particolare a Martinica, grazie all’ufficiale francese Gabriel de Clieu. Da lì, si diffuse rapidamente in altre colonie francesi e spagnole, arrivando fino al Messico e a Saint-Domingue (oggi Haiti), che nel 1788 produceva la metà del caffè mondiale.
Il vero punto di svolta arrivò nel XIX secolo, con la crescita delle piantagioni in Brasile, che nel 1852 divenne il principale produttore mondiale di caffè. Negli ultimi decenni, anche Vietnam, Colombia, Etiopia e Costa d’Avorio sono emersi come grandi produttori.
Etimologia del Termine “Caffè”
La parola “caffè” entra nelle lingue europee attraverso il turco “kahve”, derivato dall’arabo “qahwa” (قَهْوَة). In arabo, “qahwa” indicava inizialmente un vino scuro, ma il significato si evolse per descrivere il nuovo infuso ottenuto dai chicchi tostati.
In Italia divenne “caffè”, in Francia “café”, e in Olanda “koffie”, tutti termini oggi universalmente riconosciuti. Curiosamente, nei dialetti etiopi è ancora diffuso il termine bunna, usato per designare sia il chicco sia la bevanda.
Il Caffè tra Cultura e Spiritualità
Originariamente consumato per scopi religiosi, il caffè divenne ben presto simbolo di socialità, energia e ispirazione. Durante il Ramadan, era usato per aiutare i fedeli a resistere al digiuno diurno e rimanere svegli nelle preghiere notturne. Alcune leggende islamiche narrano persino che l’arcangelo Gabriele avrebbe offerto il caffè al profeta Maometto, come sostituto sacro del vino proibito.
Oggi il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, con una cultura globale e una catena di valore economica che coinvolge milioni di persone, dai coltivatori ai baristi. Dalle sue umili origini etiopi, il caffè ha attraversato mari e culture, conquistando il cuore delle civiltà.
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